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20 film per 20 regioni – Parte 4

Altre 4 regioni fanno da sfondo a itinerari gustosi e appassionanti; venite con me alla scoperta delle località del Lazio, Abruzzo, Molise e Campania

Abruzzo

Film: Il viaggio della sposa

Si tratta di un bell’affresco dell’Italia centro-meridionale del ‘600, con un’ambientazione storica ispirata alla commedia dell’arte  e con la magistrale interpretazione di Giovanna Mezzogiorno e Sergio Rubini. Il film ci riporta nelle terre d’Abruzzo così veraci e sanguigne con scorci e territori ricchi di storia e tradizioni. Il film si ispira ai viaggi fatti periodicamente dai pastori per la transumanza e inizia con un diretto collegamento tra Atri (Teramo), dove vive Porzia, la protagonista, e Conversano, dove l’aspetta il suo promesso sposo: in realtà le scene ambientate nel convento sono state realizzate realmente ad Atri per quanto riguarda gli interni, mentre gli esterni furono girati all’Abbazia di San Giovanni a Lucoli Alto (L’Aquila).

Nel film, anche quando i protagonisti si trovano ormai in territori lontani, furono ampiamente utilizzati gli splendidi paesaggi abruzzesi, dalla Piana di Campo Imperatore nella zona tra Castel del Monte e Assergi ai boschi sottostanti i Prati di Tivo, nel territorio di Pietracamela.

L’itinerario tocca  Atri, ma gli esterni sono quelli l’Abbazia di San Giovanni Battista di Lucoli (AQ), la biblioteca (la scena è girata presso Palazzo Primoli a Roma) .  La scorta – che ben presto si ridurrà al solo Bartolo – attraversa i boschi del Corno Grande del Gran Sasso, la Piana di Campo Imperatore, tra Castel del Monte e Assergi (AQ), i boschi sottostanti i Prati di Tivo, presso Pietracamela. Le campagne laziali toccate sono il Parco di Veio e in particolare le Cascate della Mola di Formello (RM), dove Bartolo mostra a Porzia il suo nome scritto con i sassi, il prato attorno alla Torre di Stracciacappe, nel territorio di Campagnano Romano (RM), dove i due litigano e lui si allontana, il reatino, nei pressi di Castel di Tora e Paganico Sabino. Il viaggio prosegue poi tra le masserie della Murgia e Gravina, Altamura, Bitonto, Noci, Vieste. A Noci (BA), in particolare, si trova la Masseria Le Monache, la scuola dove Bartolo insegna nell’epilogo del film.

Uno dei posti più suggestivi che potete visitare è sicuramente Rocca Calascio. Maestoso e imponente, il castello è stato classificato dal National Geographic fra i 15 castelli più belli non d’Italia ma al mondo. Dal castello si gode  una delle vedute più impressionanti dell’Abruzzo, un panorama che abbraccia tutti i monti appenninici di questa regione: il Gran Sasso, il Velino-Sirente, la Maiella, i Monti Marsicani. Vera eccellenza storica e architettonica nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Rocca Calascio si trova ad un’altitudine straordinaria per un castello risalente al Primo Medioevo: ben 1460 metri di altitudine. Il castello viene spesso usato come location di produzioni cinematografiche. Oltre  al Viaggio della sposa possiamo citare Amici Miei atto II, il bellissimo Lady Hawke con Michelle Pfeiffer, Il nome della Rosa con Sean Connery, the American con George Clooney

Rocca Calascio fa parte dell’itinerario dei tratturi, i percorsi che abitualmente venivano fatti dai pastori con le loro greggi, questo in particolare era il Tratturo Magno e oggi con una passeggiata di circa 4 ore si può raggiungere la rocca passando per Santo Stefano di Sessanio, Calascio e Castelvecchio Calvisio

Molise

Il film Il viaggio  è la scoperta di una tratta molto particolare, la  Transiberiana d’Italia, ovvero la linea ferroviaria che da Carpinone (IS), porta a Sulmona (AQ), in Abruzzo. Il Molise attraversato dai protagonisti è incontaminato e magico. Le riprese si sono svolte nella piazza di San Pietro Avellana (IS), al Convento di Ripalimosani (CB) e a Campobasso in particolare in via Insorti d’Ungheria.

Quello che vi propongo è un viaggio lento, tra montagne e strette gole, alla scoperta dei piccoli borghi dove la storia e le tradizioni sono gelosamente custodite dalle comunità locali.

Oggi è possibile viaggiare ancora su quella che sicuramente è la linea ferroviaria più bella d’Italia.

A bordo di un convoglio storico con carrozze “centoporte” e “terrazzini” realizzate tra il 1920 e 1930, trainate dal locomotore diesel D445.1145 per l’occasione colorato con la classica livrea FS verde e marrone, si può rivivere tutta l’atmosfera di quasi un secolo fa.

Durante il viaggio sono presenti guide di bordo dello staff che descrivono la storia della ferrovia e la geografia del territorio attraversato e musica popolare itinerante tra le carrozze per tutta la giornata. A terra, invece, oltre alla musica che fa sempre da cornice, stands gastronomici per assaporare la locale tradizione culinaria e visite guidate alla scoperta di musei, borghi antichi e tradizioni.

Il giornalista Luciano Zeppegno, descrivendo questa ferrovia appenninica la apostrofò come “la piccola Transiberiana” a causa delle abbondanti nevicate nel periodo invernale che la fanno somigliare alla vera Transiberiana che da Mosca raggiunge Vladivostok. Da allora è diventata la Transiberiana d’Italia.

Nell’era dell’Alta Velocità, percorrere questa tratta significa viaggiare ‘nell’altra velocità’: un elogio alla lentezza, spesso diventata un lusso nella frenesia dei tempi moderni. Le carrozze, costruite fra il 1931 e il 1939, hanno dieci porte per fiancata e i sedili in legno raccontano la storia di un’Italia che si spostava in treno per conoscere e comprendere nuovi orizzonti.

Questo viaggio nel cuore dell’Appennino abruzzese-molisano, tra il Parco Nazionale della Majella e gemme naturalistiche come la riserva del Quarto di Santa Chiara, dopo aver superato il paese di Pettorano sul Gizio, ha come prima tappa la stazione di Campo di Giove a 1071 metri sul livello del mare. Lo sguardo si perde di fronte alla grande altura incorniciata da alberi che sono stati piantati per frenare le valanghe. Il tragitto continua in salita nel cuore del Parco della Majella ed attraversa ampie distese di faggi, minuscoli borghi arroccati sulle colline, immense distese erbose. La seconda tappa è Rivisondoli-Pescocostanzo, che con i suoi 1268 è la seconda stazione più alta d’Italia, dopo quella del Brennero. Un luogo che è diventato “storico” anche per il cinema italiano, perché è stato utilizzato come location del film di Dino Risi, con protagonista Nino Manfredi, “Straziami, ma di baci saziami”, per ricreare la stazione del paesino immaginario di Sacrofante Marche. Da qui il treno si muove in direzione dell’ultima tappa: Isernia. La stazione molisana è la destinazione di arrivo della Transiberiana italiana, da qui è possibile anche fare il percorso a ritroso in direzione di Sulmona e prolungare questo viaggio nel tempo in un’Italia che resiste alla velocità ed elogia la lentezza e la bellezza.

Gli eventi sulle rotaie

La Transiberiana d’Italia vi consentirà di viaggiare nel tempo e nel cuore verde dell’Italia centrale in occasione di eventi speciali organizzati dall’associazione ‘Le Rotaie’ di Isernia in collaborazione con Fondazione FS. Ogni treno ospita fino a trecentotrenta passeggeri e il biglietto ha un costo di circa 36 euro (dicembre 2018). Il calendario 2021 è in sospeso ma appena sarà possibile  si ripartirà per scoprire  le tradizioni culturali abruzzesi e molisane. Seguitemi per avere tutti gli aggiornamenti.

La Transiberiana d’Italia, a centoventi anni dalla nascita, continua a far sognare i viaggiatori con i suoi panorami incantati e la magia di un treno ‘fuori dal tempo’.

(info  latransiberianaditalia  e  lerotaie )

Lazio

Il Lazio ha moltissime cittadine e scenari che sono stati usati sia in film italiani che in quelli stranieri. Qui vi menziono alcune scene prese da film diversi dove il set scelto si trova a Roma. E’ possibile quindi passare da un set all’altro e formare un itinerario cinematografico in città.

Nel colossal hollywoodiano, Angeli e Demoni,  il professor Robert Langdon – interpretato dal magistrale Tom Hanks – per risolvere il mistero cerca di interpretare una serie di indizi risalenti a molti secoli fa, e la sua indagine parte proprio dalla tomba del genio rinascimentale Raffaello Sanzio, situata nel Pantheon. Poi si sposta a Santa Maria della Vittoria che ospita il dipinto dell’Estasi di Santa Teresa e a piazza del Popolo nella Chiesa Santa Maria del Popolo dove all’interno si trova la Cappella Chigi con le sculture del Bernini. Il mistero continua a Castel Sant’Angelo che è collegato al Vaticano attraverso il corridoio fortificato del “passetto”, l’edificio conosciuto anche con il nome di Mausoleo di Adriano si trova sulla sponda destra del Tevere e ha un ruolo centrale nel romanzo di Dan Brown, perché secondo la leggenda rappresenta una tappa importante del cammino degli Illuminati.  Prossima tappa Piazza Navona e la bellissima Fontana dei Quattro Fiumi.

Piazza San Pietro è ripresa più volte con l’obelisco al centro della piazza che segna idealmente i confini tra la città di Roma e lo Stato Vaticano e ai piedi di esso il West Ponente, bassorilievo del Bernini rappresentante il vento. Nel film la piazza è presa d’assalto da migliaia di fedeli in attesa della fumata bianca che segna la nomina del nuovo Papa. Entrando nella basilica, poi, è la presunta tomba di Pietro,  ad essere testimone di una delle scene più raccapriccianti del film.

Per venire a capo della serie di omicidi che rischiano di mettere in pericolo l’intera Città del Vaticano il Professor Langdon deve consultare gli antichi documenti custoditi nella Biblioteca Vaticana: i turisti, però, qui non sono ammessi.

Parlando di film ambientati a Roma non si può non citare La Dolce Vita, il classico dei classici, simbolo del cinema italiano d’autore per eccellenza. Chi non conosce la celebre battuta “Marcello, come here!” che una splendida Anita Ekberg rivolge a Marcello Mastroianni mentre si immerge nell’acqua della Fontana di Trevi?

Un giro in Vespa in solitaria, piacevole e intimo, nonostante l’afa delle strade deserte della Roma d’agosto. Lo sappiamo, hai già la scena in mente: è quella del primo episodio di Caro Diario, vincitore del Festival di Cannes nel 1994, nel quale Nanni Moretti interpreta sé stesso.

Alla Garbatella, rione popolare dove si respira l’anima più autentica della Capitale, è dedicato un monologo del film, una vera e propria dichiarazione d’amore del regista nei confronti di questo quartiere romano. Perché non noleggiare un motorino e perdersi tra i suoi viottoli?

Il mondo del cinema racconta sé stesso con tagliente ironia in Troppo Forte, diretto e interpretato da Carlo Verdone, insieme al suo “padre cinematografico”, l’immenso Alberto Sordi. Farsi accompagnare da questo giovane di periferia che frequenta Cinecittà con il sogno di diventare attore, ma incappa in una serie di disavventure, è il modo migliore per entrare con aria sognante negli studios capitolini. Un vero appassionato di cinema non può perdersi un giro tra i set e respirare l’aria magica che ha ispirato i più grandi registi del cinema italiano e internazionale

Chi l’avrebbe mai detto che 007 sarebbe finito all’EUR in Spectre, uno degli ultimi capitoli della storica saga, in cui Bond ha il volto di Daniel Craig?

Sono più di 20 i luoghi iconici di Roma apparsi in “Spectre”: Daniel Craig, per la quarta volta interprete dell’agente 007, incontra Monica Bellucci, vedova di Sciarra, membro della setta Spectre, nel quartiere EUR. Il colonnato che si vede in scena è infatti quello di uno dei musei più antichi di Roma, il Museo della Civiltà Romana, nel film impiegato come “falso” del noto Cimitero del Verano; la Villa di Fiorano, nei pressi dell’Appia Antica, è invece la dimora della vedova Sciarra. Ma le scene più famose sono di certo quelle dell’inseguimento in automobile all’ultimo respiro di Bond, ancora una volta protagonista di sequenze adrenaliniche con la sua Aston Martin: la famosa spia passa dal quartiere Trastevere a Via Nomentana, percorrendo anche i vicoli del centro, lastricati dai classici sanpietrini romani. Durante l’inseguimento è possibile osservare la terrazza del Fontanone (già utilizzata più volte nel mondo del cinema, la più recente per “La Grande Bellezza” di Sorrentino), i viali del Lungotevere, Piazza Navona, Via delle Quattro Fontane, Ponte Milvio, la Fontana di Trevi, Via dei Cestari e Via della Conciliazione; parte delle scene sono inoltre state girate in via Nomentana, nel tratto da Porta Pia a Via Gorizia.

E poi c’è l’immancabile Vacanze Romane

Il giornalista Joe Bradley interpretato da Gregory Peck abita in via Margutta 51, la via dei pittori romani, e da qui possiamo ripercorrere le scene del film, in Piazza di Spagna dove Audrey Hepburn alias Principessa Anna gusta il gelato, si passa quindi alla fontana di Trevi dal parrucchiere che farà un nuovissimo taglio di capelli alla principessa. Continuiamo a camminare e raggiungiamo il Pantheon dove nella piazza Joe e la principessa fanno colazione con champagne e caffè freddo. Ci imbuchiamo in una serie di stradine e arriviamo al Campidoglio, sede del Comune di Roma dal 1143. Sul lato sinistro si vede l’Arco di Settimio Severo dove Joe incontra Anna scambiandola per un’ubriacona, la tappa seguente è alla Bocca della Verità (che in realtà è un tombino di drenaggio di epoca romana murato nel portico della Chiesa di Santa Maria in Cosmendin dal 1632 ) dove Joe spaventa Anna mimando la perdita della mano ingoiata dal medaglione.

Però per rendere davvero omaggio a questo film dobbiamo noleggiare una vespa e farci prendere dall’atmosfera scanzonata e romantica che si respira ancora oggi girando per Romaa

Campania

Prendiamo spunto dai classici film degli anni ’50 fino ad arrivare ai giorni nostri. Una carrellata di luoghi e panorami immortalati nel corso degli anni che ci regalano un collage infinito di bellezza.

Ravello

La prima, suggestiva tappa di questo viaggio incantato si chiama Belmond Hotel Caruso, destinazione luxury con spa e la vista più alta di Ravello a 300 metri sul livello del mare, ricreata in un palazzo dell’XI secolo abbracciato da parchi di roseti e limoneti e impreziosito da affreschi originali soffitti a volta e arredamento antico, tra cui il vasellame d’epoca romana. Camere e suite sono abbellite da mobili del Settecento e dell’Ottocento, per sentirsi totalmente immersi nella storia. Il fiore all’occhiello? Il tavolo Krug per la degustazione di champagne su raffinate sedie decorate con stoffa di Emilio Pucci. Proprio a due passi da questa meraviglia incastonata tra gli scogli Humphrey Bogart e Gina Lollobrigida hanno girato Il tesoro dell’Africa nel 1953 ed è qui che Brad Pitt si è innamorato di Angelina Jolie sul set di Mr e Mrs Smith.

Cetara

Armatore è più di un semplice ristorante: a Cetara, cittadina di mare celebrata anche nel film Le castagne sono buone con Gianni Morandi, questa famiglia di pescatori da quattro generatori si staglia questo scrigno di sapori che arriva direttamente dalla rete alla tavola. Il celeberrimo tonno rosso e le inconfondibili alici di Cetara sono pescate direttamente dai proprietari e serviti in questo locale, sotto gli archi,  di un antico borgo, che offrono non solo riparo ma anche una posizione spettacolare per godersi la brezza marina e sbirciando la vita dei pescatori di ritorno con le loro barche nel porto.

Totò ha reso immortale la città in L’uomo, la bestia e la virtù, tratta dall’opera di Pirandello, e di recente il personaggio di Alessandro Borghi in Diavoli l’ha riportata in auge perché è la sua terra natìa, abbandonata con il cuore a pezzi per trasferirsi nel cuore della City e dominare il mercato azionario londinese. Per assaporare davvero Cetara non c’è niente di meglio del limoncello locale.  La visita ai limoneti locali è un’esperienza dove la vista e l’olfatto sono sublimati, almeno quanto poi il gusto alla degustazione sia del limoncello che del vino tipico della zona.  Il soundtrekking, attività sportiva rivalutata di recente, pone proprio l’accento sull’immersione totale nella natura che tocca tutti i 5 sensi per una scoperta della località non da semplice turista ma da vero esploratore.

Vietri Sul Mare

Villa Guariglia a Vietri è diventata Villa Isabella nella serie tv Capri ma Vietri sul mare ha moltissimo da offrire, a partire dalle splendide ceramiche incastonate negli angoli più suggestivi del borgo. Il centro è costellato di dimore aristocratiche, come Palazzo Carrano, antico monastero del Settecento sul corso cittadino in cui oggi è possibile soggiornare e da cui si può ammirare la cupola maiolicata del Duomo di San Giovanni Battista alta 36 metri. Questo alloggio signorile offre un’accoglienza all’insegna della tradizione ma con un tocco di modernità che traghetta l’ospite in un universo familiare e al tempo stesso esotico. La poesia del cielo che si congiunge sul mare e si staglia come sfondo di questo gioiellino architettonico è uno spettacolo mozzafiato da ammirare almeno una volta nella vita.

Massa Lubrense

Un aperitivo di quelli con Martini shakerato e non mescolato, come quelli che l’ex James Bond Pierce Brosnan sorseggiava proprio qui, a Massa Lubrense, ambientazione sognante della pellicola Love is all you need: e l’aperitivo è un momento da non perdere accompagnato da ottima musica e  da un’atmosfera frizzante. Il resort a picco sul mare è a conduzione familiare e regala esperienze di cucina mediterranea al Ristorante Tonno e Campari,  con ingredienti a chilometro zero dal territorio della penisola sorrentina.

Reggia di Caserta

Con la sua eleganza spontanea la Reggia di Caserta è un palcoscenico ideale per qualsiasi manifestazione artistica e culturale, teatro naturale per concerti, spazio d’eccezione per mostre d’arte. In particolare l’interno del Palazzo, con le sue ampie e lunghe vetrate che guardano a Sud, verso Napoli, riceve la luce del giorno a tutto campo, il che esalta la bellezza degli arredi, dei dipinti e dei marmi. L’ideale per qualsiasi obiettivo foto e cinematografico. 

La Reggia ha fatto da teatro a diversi film di prestigio ed è considerata un set d’eccezione. Iniziamo la carrellata con La donna più bella del mondo, un film del 1955 diretto da Robert Z. Leonard, che rappresenta in forma romanzata la storia di Lina Cavalieri, vedette e poi cantante lirica degli inizi del secolo scorso. Il film fu interpretato da Gina Lollobrigida nel ruolo di Lina Cavalieri e da Vittorio Gassman.

Nel 1999 e nel 2002 ricordiamo i due film La minaccia fantasma e L’attacco dei Cloni, rispettivamente primo e secondo episodio della saga di Star Wars: tra le scene indimenticabili girate nel palazzo nelle due opere del maestro George Lucas troviamo il futuristico matrimonio tra Anakin Skywalker (Hayden Christensen) e la principessa Padme (Natalie Portman).

Nel 2006 è stata la volta di Mission: Impossibile III diretto da J. J. Abrams, ad allestire e girare scene d’effetto nella nostra Reggia di Caserta, mentre nel 2009 abbiamo ospitato il film campione d’incassi Angeli e Demoni diretto da Ron Howard e ispirato al romanzo di Dan Brown.

Napoli

A spasso per Napoli alla ricerca dei Ciak d’autore

  • La pizzeria : Materdei – Sophia Loren nel film L’oro di Napoli pensa di aver perso il suo anello nella pizza fritta. Metro 1 – Materdei
  • Le scale Troisi, situate nel quartiere di Chiaia, sono dedicate al grande regista napoletano Massimo Troisi e sono set del film “Scusate il ritardo”. Ricordiamo tutti la scena in cui Troisi discuteva delle pene d’amore di Lello Arena sotto la pioggia. Metro 2, fermata Piazza Amedeo, percorrere Via Crispi per 700m, le scale si trovano  sulla sinistra
  • La pizzeria da Michele, quartiere di Forcella, è tra le più famose in Italia e all’estero. Nel 2010 diventa set del film “Mangia, prega, ama” con Julia Roberts. La protagonista, interpretata proprio da Julia Roberts, inizia un viaggio intorno al mondo alla ricerca della felicità. Napoli è tra le sue tappe e, come un vero e proprio turista, va a mangiare la pizza da Michele.

Da  Piazza Garibaldi percorrere il Corso Umberto I, svoltare a destra su Via Cesare Falcone

  • Palazzo Pandola è stato scelto molte volte come set del cinema. Ricordiamo la sua facciata rossa in un episodio de “L’Oro di Napoli”, quello in cui De Sica gioca a carte con Gennarino, figlio del portiere. E poi, in “Matrimonio all’italiana” come casa di Sophia Loren e di Marcello Mastroianni

Metro 2 fermata Montesanto, oppure Metro 1 fermata Dante

  • Villa Volpicelli, nel quartiere Posillipo, o Palazzo Paladini nella soap opera napoletana “Un posto al sole”. La villa è tra le più belle di Posillipo e vanta di un bellissimo giardino e di una vista mozzafiato.

Metro 2, fermata Mergellina, bus 140 a Piazza Sannazzaro, fermata Posillipo-ist. Cimarosa.

Le locations  usate nelle riprese di Napoli Velata di Ozpetek

  • Palazzo Mannajuolo rappresenta uno dei migliori esempi di stile liberty della città di Napoli. Si trova in via Filangeri, nel quartiere Chiaia e appare più volte in Napoli velata.Il film di Ozpetek si apre con una ripresa molto particolare della scala ellittica presente nel palazzo
  • Palazzo Sanchez de Leon, conosciuto come il palazzo del Principe Caracciolo, appare più volte all’interno del film. Il Palazzo situato a Via Chiaia, è stato usato per ricreare gli interni dell’appartamento di Zia Adele. Numerose sono le scene che lo vedono protagonista anche se il regista ha comunque usato riprese esterne provenienti da altri palazzi. Ne sono un esempio le scale di Palazzo Mannajuolo usate per la scena del litigio dei genitori di Adriana.
  • Piazza del Gesù nuovo di Napoli è una delle piazze più importanti e storiche della città. Prende il nome dalla Chiesa del Gesù nuovo che affaccia proprio sulla piazza e su cui è affissa la targa che dichiara il centro storico di Napoli Patrimonio Unesco. Al centro della piazza si innalza l’obelisco dell’Immacolata mentre lateralmente si trovano il Monastero di Santa Chiara e il suo famoso Chiostro.

Piazza del Gesù appare più volte durante il film. La si vede per la prima volta subito dopo il primo incontro di Adriana e Andrea, quando i due si recano verso casa della protagonista. E riappare successivamente in altre occasioni legate alle visioni di Adriana sul fratello di Andrea, Luca.

  • Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è considerato uno dei più importanti musei archeologici al mondo per qualità e antichità delle opere.
  • Spaccanapoli è tra le strade simbolo di Napoli perché divide letteralmente la città in due parti arrivando dritta al suo centro. Si tratta della strada più iconica della città partenopea soprattutto se vista dall’alto. La curiosità principale che la caratterizza è che in realtà Spaccanapoli non esiste. Già perché una strada che porti effettivamente questo nome non c’è, è piuttosto un nomignolo affettuoso con cui i napoletani chiamano affettuosamente l’antico decumano.

Nel film di Ozpetek appare più volte facendo intravedere scorci sempre diversi di una Napoli verace e autentica

  • Toledo è una stazione metropolitana della Linea 1 di Napoli. Secondo il Daily Telegraph, la stazione Toledo a Napoli è la metropolitana più bella d’Europa e del mondo. Numerosi sono infatti i riconoscimenti dedicati a questa particolare fermata che tiene letteralmente tutti con il naso all’insù.

In Napoli velata la metropolitana di Toledo appare prima alla spalle di Luca con uno degli scatti di Oliviero Toscani per il progetto Razza Umana. Segue poi tutta la bellezza dei mosaici della galleria del mare, quando Adriana, sconvolta per aver visto Luca, usa le rampe per raggiungere il livello superiore e uscire dalla metropolitana.

  • La Galleria Principe di Napoli è una galleria commerciale di Napoli. Si trova a metà tra l’Accademia delle belle arti ed il Museo Archeologico Nazionale. Non è

mai stata molto celebre per essere galleria commerciale in quanto ospita per lo più uffici. Nel corso degli anni è stata più volte restaurata e nel 2017 fu scelta proprio dal regista Ferzan Ozpetec, come set di una scena del film Napoli velata.

  • La Farmacia degli Incurabili è uno dei luoghi più suggestivi di Napoli. Qui arte e scienza si uniscono dando vita ano stile barocco-rococò da lasciare a bocca aperta. Fa parte del Complesso degli Incurabili insieme dalla chiesa di Santa Maria del Popolo e alla chiesa di Santa Maria Succurre Miseris dei Bianchi. Fa parte del complesso anche lo storico ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, il più antico ospedale al mondo che è ancora in funzione.

In Napoli velata, Pasquale mostra la sala della Farmacia degli Incurabili a un gruppo di turisti. 

  • Situata sulla collina del Vomero, la Certosa di San Martino offre uno dei più bei panorami su Napoli. L’edificio che nasce come luogo religioso oggi è monumento nazionale e ospita il Museo nazionale di San Martino, nato con lo scopo di raccontare la storia artistica e culturale della città.

In  Napoli velata diventa lo scenario di una delle tradizioni più folkloristiche di Napoli: la tombola vajassa. Questa particolare tombola altro non è che la versione “scostumata” della tombola tradizionale, quella che fa riferimento ai significati dei numeri con tanto di doppi sensi e battute divertenti.

  • La Cappella Sansevero e il Cristo velato sono i protagonisti del finale inaspettato di Napoli velata. Nel luogo che è tra i più iconici e conosciuti di Napoli grazie all’incredibile statua di Sanmartino, Ozpetek chiude un film che era iniziato come un noir e che invece termina come un’analisi psicologica della mente umana.
  • Altri luoghi del film Ex convento Napoletano: si trova a pochi passi da San Gregorio Armeno, la via dei presepi. L’edificio in via San Nicola al Nilo è il luogo in cui Adriana, zia Adele, Pasquale e Catena incontrano Donna Assunta, anche detta Sibilla, per farsi predire il futuro.
  • Il mercato di Porta Nolana: a poca distanza da Piazza Garibaldi, è un mercato molto colorato e vivace di Napoli. Qui Adriana incontra Pasquale che avverte un malore e muore proprio mentre cercava di metterla in guardia su qualcosa. Un altro dei misteri insoluti di Napoli velata. 
  • Marechiaro: qui si trova la casa di Andrea con un balcone da cui godere una meravigliosa vista mare.
  • Lido Mappatella: spiaggia tra Mergellina ed il Lungomare di Via Caracciolo. Qui Adriana incontra il poliziotto Antonio con cui poi intraprende una relazione a fine pellicola.
  • Policlinico Federico II: i sotterranei cupi del policlinico si prestano perfettamente per le scene in cui Adriana, medico legale, si reca a lavoro oppure torna dal lavoro.

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